Mamma Natura

Mi manca il verde. 

Mi mancano gli alberi, le foglie, l’erba, i fiori. 

Dal balcone vedo due grandi platani che si affacciano sul corso e l’aloe di casa cresce a dismisura, ma non riesce a colmare la mancanza di un prato che riscopre la primavera.

Ne parlavo l’altro giorno al telefono con mia mamma che mi raccontava la bellezza del suo giardino che rinasce piano piano. 

Il giorno seguente apro whatsapp e nella chat di famiglia vedo esplodere la primavera. 

Petali di tutti i colori, il glicine bianco e quello lilla, le margherite, le violette e la magnolia che profuma fin qua. Tutto avvolto dal verde brillante dell’erba e le foglie degli alberi che solleticano il cielo. 

Una meraviglia da restare a bocca aperta. 

Si potevano toccare e annusare, quelle foto, tanto erano vive e sono certa di aver sentito anche la terra calda e morbida sotto i piedi, per un istante. 

Una mamma sa come colmare una mancanza e quando ho bisogno della primavera, mi immergo un attimo in quei colori e l’asfalto della strada si dilegua per un po’.

Poi in un giardino ne succedono di ogni sorta, in questi giorni. 

Per esempio stanno tornando le api. Piccole e fragili, mentre escono dall’inverno ancora infreddolite capita che non siano al massimo della forma. A volte barcollano, faticano ad alzarsi in volo e mancano dell’energia necessaria per saltare di fiore in fiore. Così è successo ieri nel giardino di mamma. 

Una piccola apina in difficoltà è atterrata sul davanzale del bagno, priva di forze e traballante. Senza un rapido soccorso avrebbe certamente faticato a cavarsela. 

Per sua fortuna è capitata nel posto giusto e in un attimo si è ritrovata un piatto di vetro con acqua zuccherata tutta per lei. Lasciata alla sua intimità, l’ape si è rifocillata a dovere e ha ripreso il volo. Tutto lì. È bastato incontrare la mamma giusta e la sua disavventura si è conclusa con un lieto fine. 

Perché le cose belle succedono, quando ti imbatti in chi ci crede ancora. E la natura ce lo urla a gran voce, proprio in questi giorni, mentre cerca di riprendersi gli spazi che le abbiamo sottratto. 

Madre_Natura_Ape_Felicità_Pillole_Concezionali

Sono incappata in un video, ieri, che mostra una mamma anatra con tutti i suoi anatroccoli in Corso Mediterraneo, un grande viale infestato di norma dalle auto, ma del tutto vuoto in questi giorni. Saltellava sulle zampette intorno a una fontana nel tentativo di raggiungere l’acqua e immergersi con i piccoli. Il bordo, però, era troppo alto per loro e lei girava in tondo visibilmente agitata nel tentativo di trovare un passaggio accessibile.

Alcuni passanti, vista la scena, si sono adoperati per soccorrere la famiglia in difficoltà e hanno recuperato gli anatroccoli, uno ad uno, appoggiandoli nell’acqua dove la mamma li aspettava preoccupata. 

Certo, non è bello pensare ai pericoli che anatra e anatroccoli hanno dovuto scampare per arrivare fin lì e, soprattutto, al rischio che correranno quando le macchine riprenderanno possesso della città. Eppure è straordinaria la voglia di vita che la natura ci sta mostrando. Caprioli che sgambettano nei parchi cittadini, volpi che passeggiano in collina, cervi che fanno capolino qua e là. 

Mi piace pensare, sperare e credere che saremo capaci di concedere loro gli spazi e il rispetto che meritano, quando le nostre porte si riapriranno alla normalità. 

Vorrei che fossimo in grado di onorare la bellezza di un prato fiorito e la libertà di un cerbiatto che corre. Vorrei che riuscissimo ad apprezzare una passeggiata in un bosco più che un pomeriggio in un centro commerciale, che nel primo ci puoi passare delle ore, nel secondo, invece, ci dovresti stare un attimo, giusto il tempo necessario per un acquisto fugace. 

Loro ormai lo sanno che dove siamo noi non ci possono stare, che siamo una razza pericolosa che gli porta via terra, acqua e aria, ma se stavolta fossimo in grado di dimostrargli che abbiamo capito? 

Potremmo finalmente imparare da loro quello che non siamo più in grado di apprezzare, potremmo prenderci cura dei loro spazi e dei loro bisogni accettando che sì, in fondo sono anche i nostri. Potremmo limitare il nostro desiderio di conquista in favore di un pianeta comune e smettere di pensare di possederlo, ma iniziare a viverlo, proprio come fanno loro. 

Io ci credo, ci credo per davvero che saremo in grado di stravolgere gli schemi. E ora più che mai ne abbiamo bisogno sul serio. 

Perché una foto è un ottimo palliativo, anche un video fa quel che può, ma noi, con le nostre capacità straordinarie, non saremo comunque mai in grado di sopperire al profumo di un fiore o al calore della terra. Forse, se smettessimo di provarci, scopriremmo con somma meraviglia che non ce n’è mai stato bisogno.