Lettera insolita dal passato

Ciao, sono il passato,

anche io oggi voglio dire la mia. 

Insomma, lo fanno tutti, non sarò certo da meno io, proprio io che sono il passato!

Vi vedo strani, signori miei. 

Sì, me l’hanno detto, sono giorni un po’ così, c’avete la pandemia, ho saputo.

Eh, lo so. Si stava meglio quando si stava peggio. Lo capisco, eh! 

Non c’è più tutta quella cosa là che andavate dove vi pare e che la spesa si fa di sabato perché poi c’è l’ufficio e la partita la domenica. 

Vi vedo eh! 

Andate al supermercato a qualsiasi ora e poi ve ne state lì fuori, bravi bravi, tutti in fila zitti. 

Non è mica più come una volta, qui. Io me lo ricordo quando vi prendevate a spallate per i biscotti della Nutella e quando appoggiavate il carrello al sedere di quello di fronte in coda alle casse. 

Lo capisco che avete paura, eh. Io sono uno semplice, però vi vedo che siete delle belle persone. Avete tutti la lista della spesa in mano e correte veloci veloci, mica come una volta che ve ne stavate lì a bamblinare davanti alla pasta. Ché se poi non uscite in fretta, quelli là fuori se ne stanno in coda per un’ora ad aspettare i vostri comodi. 

E poi vi fate in casa la pizza, le torte! Mi hanno detto dalla corsia di fianco che la farina e il lievito vanno via come il pane… I biscotti alla Nutella non se li fila più nessuno, perché ve li fate da voi, i biscotti, adesso.

Non ho capito bene perché ve la siete presa con la carta igienica, quello non lo so. Però c’avrete le vostre ragioni, per carità.

Signori miei, una volta non era così. 

Arrivavate qui che stavamo chiudendo, tutti stanchi e sciupati ché in ufficio era tutto un casino. E poi i pullman in ritardo, il traffico, i figli coi compiti da fare e la roba da stendere. Avevate lo stress, avevate. 

Oggi no. Oggi avete la pandemia, che è una brutta bestia, lo so. 

Però mi sembrate, come dire?…mi sembrate più umani. 

Ne parlavo ieri l’altro con i sughi pronti Barilla. Loro dicono che tornerete come prima, che tanto non avrete più tempo e loro saranno di nuovo la soluzione per la cena. Come i surgelati che se ne stanno tutti freddi lì ad aspettare mentre voi cucinate con la famiglia e loro non servono più a niente.

Io però penso di no.
Penso che cambierete per sempre. Perché ora lo sapete come si fa, a starsi vicini. E vi manca pure un po’ quell’abbraccio che non c’è. L’avete capito che non serve a niente andare in bestia, ciurlare nel manico e far le cose alla carlona. 

Nessuno aveva mai ringraziato una cassiera perché faceva il suo lavoro. Ma l’altro giorno la Gina si è commossa perché qualcuno le ha portato un fiore del balcone. E gliel’hanno lasciato lì, mentre faceva lo scontrino, e c’era un biglietto “Grazie per il lavoro che fate!”.

Che poi alla Gina non le sembra neanche di fare niente di speciale, dice lei. Lei dice che non è un eroe e che ha sempre fatto così. Ma, dico io, anche domani alla Gina glielo potete portare un fiorellino, no? Perché è brava, fa il suo lavoro, vi sorride. Non bisogna essere eroi per meritarsi un Grazie.

Insomma, signori miei, fate un po’ come vi pare, ma io penso che o lo fate adesso o non lo fate mai più.

Cambiate.   

Fatevi furbi, una buona volta.

Io da qui vi vedo tutti i giorni. Vi guardo dal basso, tra la pasta e il sale. 

Sono solo un passato, io, e forse nemmeno il migliore che c’è. 

Io sono fatto di pomodoro, quello tutto spremuto che ci condisci gli spaghi. Quello che al supermercato ci sta finché non mi portate via. 

Il passato di pomodoro, sono io! Mica quello con la P maiuscola, sono io. Che avevate capito?!

Insomma, signori miei, mettiamola così.

Sono qui che aspetto, vi guardo e adesso ve lo devo proprio dire.

C’avete un’opportunità. Quella della vita. 

O lo fate stavolta o non ci passa più.

Questa cosa della pandemia non se ne va così com’è arrivata, ve la dovete ricordare per un po’. Datevi una raddrizzata, per cortesia.

Vedete di ripartire per benino, signori miei.  

Che io non ne so proprio un granchè, ma il Passato, quello là serio, non tornerà mica più. Perché sarete voi ad essere diversi e non è proprio una brutta notizia.

Prendete questo treno, fatemi il favore.

Siete migliori di così. 

Ve lo dice il passato, che di cose ne sa, anche se hanno il sapore del pomodoro e del sole con quella punta di basilico che male non fa.